giovedì 9 maggio 2013

1. Lo Ionio Settentrionale




Questo mare deriva il suo nome dalla divinità Io, sacerdotessa di Hera e per breve tempo amante di Zeus (che se l'è fatte tutte). Ovviamente vi fu un conflitto quando Hera (Giunone dei romani) scoprì che Zeus la tradiva. Temendo nelle terribili conseguenze della vendetta di Hera su Io, Zeus la trasformò in una bella vacca bianca. Per ovviare alla sconfitta Hera inviò un tafano a tormentare la sventurata Io che si gettò nel mare per liberarsi dal supplizio dell'insetto. Quel mare, da allora, fu chiamato Ionio.

L'importanza storica dello Ionio deriva dal fatto che esso costituiva un passaggio obbligato per raggiungere l'Italia e la Sicilia dall'Egeo. Da sempre Corfù (Kerkira) è identificata come l'isola omerica, terra dei Feaci, i mitici navigatori che riportarono Ulisse alla sua isola natia: Itaca. Il nome Corfù si riferisce all'antica Corcyra, colonia di Corinto e passaggio obbligato verso la colonia corinzia di Siracusa.

Le isole dello Ionio conobbero un'unità storica soltanto nel XIV secolo, quando chiesero protezione alla Repubblica Veneta contro i loro tiranni feudatari normanni o genovesi. Venezia non lasciò perdere l'occasione di ampliare i suoi domini costieri a salvaguardie delle sue rotte per l'oriente e le sette isole ioniche divennero una sola entità politica. Dipende da questa lunga occupazione veneziana una certa connotazione italiana della Grecia ionica. Molti vecchi ulivi che vediamo ancora oggi furono piantati durante il dominio della Repubblica di Venezia affinchè la popolazione locale potesse pagare le tasse in olio d'oliva.

Più tardi francesi ed inglesi dettero una propria impronta sino al 1864, quando tutte e sette le isole ritornarono alla Grecia.

Se immaginiamo di trovare una Grecia di rocce bruciate dal sole, punteggiate dal bianco abbacinante dei paesini, lo Ionio ci apparirà come una regione verdeggiante con le case dalle tegole rosse, un miscuglio di architettura italiana e francese ma con usanze inglesi (i corfioti giocano a cricket, ci sono le focaccine all'uvetta e la birra allo zenzero), il tutto con un sottofondo inequivocabilmente greco.

Cipressi sempreverdi, pini, olmi, prati, fiori anche in piena estate e la lucentezza argentea degli ulivi caratterizzano le zone pianeggianti, mentre le colline sono ricoperte dai pini e dalla fitta macchia mediterranea. Il tratto di mare che divide le isole dalla terraferma offre acque tranquille dove il vento raramente soffia con forte intensità. Le coste sono ricche di piccoli ancoraggi raggiungibili soltanto dal mare. 

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